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Bene......Partiamo con la realizzazione
del nostro primo circuito stampato per MikroBot. La
prima cosa che bisogna fare è recuperare il file che
stampato su un trasparente riproduca in scala 1:1 il circuito
che si vuole riprodurre. Su internet si trovano tanti
progetti di schede elettroniche con allegato un file
in formato. jpg o .pdf . Questi file servono per essere stampati
su trasparenti, con una normale stampante bubble o laser.
Nel nostro caso
il circuito è pronto in formato .pdf (Acrobat) da scaricare e
stampare su un foglio trasparente per realizzare il master.
Clicca
quì per aprire il file.
Fare una prova di stampa su carta normale disabilitando
ridimensionamento pagina, (nessuna) e verificare
che le quote del rettangolo siano 100 x 70 mm. (millimetri.....)
come la dimensione della basetta. Una volta verificato che le dimensioni sono corrette
si può passare a stampare il circuito su foglio A4 lucido
trasparente adatto per il tipo di stampante utilizzato.
Vedi
fig.1
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Fig. 1
In questa immagine vediamo come appare la stampa
sui due fogli sopra descritti. Il foglio a destra è una stampa di prova,
il
foglio a sinistra trasparente è il (master). Una volta riprodotto
il master, bisogna lasciarlo asciugare bene in un posto lontano
da fonti di calore e polverosi. Bisogna ora con un paio di forbici
tagliare il master lasciando dei bordi per poterlo maneggiare
senza toccare l'area stampata. Vedi fig. 2
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Fig. 2
In questa figura vediamo come si presenta il
master tagliato e il rettangolo posizionato sulla basetta fotosensibile ancora
coperta con la pellicola di protezione. NB. Il master presenta due schede principali e
otto ponti H. Noi per MikroBot utilizzeremo soltanto una scheda principale e 2
due ponti H, gli altri teniamoli di riserva nel caso qualcosa andasse
storto in fase di foratura o saldatura inoltre, ho voluto riempire la basetta
senza doverla tagliare. Naturalmente se a voi interessano
solo i circuiti per un solo prototipo, potete tagliare
il master o utilizzare una basetta più piccola. Io ne
avevo ancora una a disposizione da 100 x 70 mm, per eseguire
due prototipi di MikroBot e altri quattro ponti
da utilizzare per altri progetti simili. Bene....Il passaggio
sucessivo è quello di creare il nostro circuito. Fate
attenzione a come posizionate il master
sulla basetta. La parte stampata va messa
a contatto con la basetta e la parte lucida
(non stampata) sopra. Se innavertitamente
capovolgete il master il circuito sarà inutilizzabile.
Posizionato
il master sulla basetta il disegno deve
corrispondere come in fig. 2.
Vediamo prima di iniziare l'occorrente base per andare
avanti. In fig. 3 vediamo un esempio di materiale occorrente
per l'esposizione e sviluppo del circuito. Nell'immagine
partendo da sinistra in alto
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Fig.3
vediamo : una lampada per sensibilizzare
la pellicola della basetta. Il tipo che io uso è: Alogena
virola doppio involucro tipo FR JDD E27 BASE.
Vanno sicuramente meglio lampade dedicate allo scopo, con
tempi di esposizione minori, ma io mi sono trovato bene
con questo modello.Un
flacone di sviluppo a destra e uno di cloruro ferrico
per corrodere l'eccesso di rame in centro. Altre
parti sono: un imbuto, una vaschetta di plastica non
di metallo mi raccomando, acquistabile nei supermercati
per conservare i cibi, guanti in lattice per evitare il contatto
con gli acidi, un termometro per liquidi
e infine il master da riprodurre. Manca ancora
un secchio d'acqua per lavare il circuito
per
il primo e secondo trattamento. L'ideale
sarebbe avere un lavabo con acqua corrente
ma....attenzione che se i circuiti sono trattati
in casa, il cloruro ferrico, potrebbe
danneggiare le tubature di metallo e
rovinare il lavandino; è meglio quindi evitare I
lavandini di casa. Comunque....il secchio
d'acqua va bene in mancanza d'altro, occhio
ai vestiti. Preparato il tutto la prima cosa
che faccio è quella di preparare un secchio
d'acqua calda per immergere I due flaconi
di acidi. per lo sviluppo quando la temperatura è intorno
ai 25-30° va già bene. Il cloruro ferrico
invece bisogna lasciarlo immerso più a lungo
e ogni tanto bisogna agitare il flacone.
Più è
caldo il cloruro ferrico minore è Il tempo di
corrosione. Non esagerare però con la temperatura
del liquido anche perchè I vapori non fanno
molto bene se respirati. Sarebbe meglio effettuare
il trattamento vicino ad una finestra
aperta almeno. Attenzione alla temperatura
del cloruro ferrico non scenda al di sotto
dei 20-25°, altrimenti I tempi di incisione
aumentano in modo considerevole producendo
tra l'altro, un ulteriore incisione delle
piste e piazzole già terminate rendendo alla fine il circuito inutilizzabile.
Dopo
queste considerazioni e la lista delle parti
da recuperare per eseguire l'incisione, partiamo
con la realizzazione vera e propria del
circuito. In questa fase, si tratta di trovare
un posto lontano da fonti di calore eccessivi
e da raggi solari, una stanza insomma dove
ci sia anche un tavolo per montare un minimo
di struttura per sensibilizzare la piastra.
Io
ho usato la sala che ha un tavolo rotondo
adatto allo scopo. Vedi fig. 4
|
Fig.
4
Fig. 5
In queste
figure vediamo una comune
sedia sopra ad un tavolo.
Un
comunissimo metro fissato
sulla sedia che sostiene
il porta lampada con la
lampada avvitata. Sul tavolo
possiamo vedere una comunissima
pirofira alimentare in pirex,
dove sotto di essa viene
poggiata la basetta senza
la plastica protettiva e
con sopra ancora il master
del circuito. All'estremità
della pirofira è inserita
mezza molletta da stendere
il bucato per posizionare
in piano la pirofira sulla
basetta. Naturalmente la
lampada deve essere posizionata perpendicolare
al centro della basetta.
La distanza che c'è
tra il piano della pirofira
e la lampada è di 35cm.
con la lampada a mia disposizione.
Vedere
dettagli in fig.5. Una volta preparato
il tutto, siamo pronti a
accendere la lampada
per emulsionare la piastra.
Accendiamo
la lampada.......Il tempo
di esposizione alla luce
per emulsionare la basetta è variabile
dal tipo di lampada utilizzata e dal tipo di
basetta. Nel mio caso (dopo varie prove effettuate
in precedenza) devo esporre la basetta alla
luce per un periodo di tempo di 45
minuti. Tanti? forse.....Ma è un sistema
collaudato per l'attrezzatura a mia disposizione.
Naturalmente
in questa fase è importante non muovere
nessun componente posizionato sul tavolo,
per nessun motivo, pena l'inutilizzo della
basetta per gli stadi sucessivi. Nella fig.
6 vediamo il particolare del master posizionato
sulla basetta senza pellicola.
|
Fig.
6
Finalmente
l'esposizione è finita.......Possiamo
spegnere la lampada, togliere
la pirofira o vetro e la pellicola
che depositeremo in un raccoglitore
per non rovinarlo nel caso volessimo
riutilizzarlo. La basetta a prima
vista ha l'aspetto di quando
l'avevamo piazzata. Sulla sua
superficie dorata non si nota
nulla di diverso. in realtà non
è così dobbiamo solo iniziare
il trattamento di sviluppo per
vedere l'esito dell'esposizione.
Passiamo nell'ambiente
di sviluppo... Su un tavolino
posizioneremo la vaschetta
di plastica e verseremo
nel suo interno il liquido
che precedentemente abbiamo
messo a bagnomaria nell'acqua
calda. Per questa fase di
sviluppo, la temperatura
del liquido non dovrebbe
superare I 30° pena la notevole
riduzione del tempo di sviluppo,
con il rischio di rimuovere
completamente l'emulsione
ottenendo una basetta di
rame e basta. Infilarsi i
guanti di lattice, prendere
la basetta con l'emulsione
rivolta verso l'alto e sui
bordi e inserirla nel liquido.
Comincerete
a vedere dopo una manciata
di secondi l'emulsione scurirsi
e poi staccarsi lentamente
dalla basetta. Agitando la
basetta nel liquido o aiutandosi
con un pennellino il disegno
comincia ad apparire sulla
basetta. Vedi fig. 7
|
Fig.
7
Lo sviluppo
è completo quando il disegno
risulta essere marcato e
il fotosensibile residuo
è completamente rimosso.
Per
vedere questo basta togliere
la basetta dalla soluzione
e verificare che il rame
nelle zone non disegnate
sia evidente. Tutto il processo
ripeto...dipende dalla temperatura
del liquido e varia da una
trentina di secondi a due
minuti al massimo. Mi raccomando
non lasciate la basetta nel bagno
più del necessario, pena
la scomparsa totale del
disegno a causa di un eccessivo
tempo di sviluppo. Una volta
completato lo sviluppo lavare
bene la basetta con acqua
|
Fig.
8
corrente
o se non si dispone in un
secchio d'acqua pulita il
circuito. In fig. 8 vediamo
come appare il circuito
completamente sviluppato.
Il
disegno delle piste e delle
piazzole è marcato. La basetta
è ora pronta per il trattamento
successivo. Mettiamo la basetta
da parte per ora....Svuotiamo
il liquido della vaschetta
nel suo contenitore che
riutilizzeremo per il prossimo
circuito (Il
liquido lo si può riutilizzare
più volte).Laviamo bene
la vaschetta e prepariamoci
per ll prossimo ciclo che
è la rimozione del rame
in eccesso, utilizzando il
secondo bagno di cloruro
ferrico che avremo precedentemente
riscaldato
nell'acqua calda per almeno
30 minuti o più. La temperatura
del cloruro è importante per ridurre i tempi
di trattamento della basetta. Più è alta
la temperatura minore è il tempo di corrosione.
E'
altresì importante che la corrosione avvenga
in maniera uniforme, per non correre il rischio
di rimpicciolire le piste e le piazzole
con un ulteriore corrosione. Per questo è
importante secondo le mie prove agitare
la basetta nel liquido in modo continuo
e ondulatorio
per favorire l'acido nella corrosione. Versiamo
ora il il cloruro ferrico nella vaschetta.
Prendiamo
la basetta con il rame rivolto verso il
basso stavolta e immergiamola nel liquido. Muoviamo
ora la basetta con moto ondulatorio facendo
attenzione che il rame non tocchi il fondo
della vaschetta vedi fig.9 - 10
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Fig.
9
Fig.
10
Come ho già detto prima,
il
tempo per completare la corrosione varia
dalla temperatura del cloruro ferrico. Generalmente ci
vogliono dai 10 ai 15 minuti per completare
il processo di corrosione. Ogni tanto dare
un'occhiata sullo stato della basetta. Il
processo sarà completo quando visivamente
tutta l'area inutilizzabile sarà rimossa.
Controllare
bene che le piste non siano ancora unite
da minuscoli grani di rame. Lavare
bene la basetta per rimuovere il clruro
e asciugarla con carta assorbente o un phon
elettrico. La basetta ora è pronta per le
sucessive lavorazioni di taglio, di
foratura e pulitura piste dal fotosensibile
residuo. Nella
fig. 11 è visibile come appare il circuito
a questo punto della lavorazione.
|
Fig.
11
Come si può vedere nella
fig.11 il circuito è finito e rispecchia
fedelmente il disegno del master originale.
Se
guardiamo la prima fila dei ponti H a sinistra
vedremo che il flash della macchina fotografica
ha messo in evidenza il colore dorato
del circuito. Si tratta della patina di fotosensibile
che dovrà essere rimossa dopo taglio e foratura.
Ora...l'operazione
sucessiva è quella di tagliare una delle
due schede principali e due ponti H verticali.
Anche
quì l'attrezzatura è minima da procurarsi.
Sono
sufficenti: una morsa piccola, un pezzo di
metallo diritto, un seghetto e un pezzo di
tela smeriglio fine vedere fig. 12. Il pezzo
di metallo diritto serve da guida per la fase
di taglio.
|
Fig.
12
In fig. 12 vediamo l'occorrente
sopra descritto per l'operazione di taglio.
Prendere
il pezzo di metallo diritto, posizionarlo
sulla basetta in corrispondenza di
una riga di finecircuito, stringerlo nella
morsa ed effettuare il taglio. Procedere
allo stesso modo per i sucessivi tagli fino
ad avere i pezzi come in fig. 13.
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Fig.
13
Ecco come devono apparire
le due schedine di MikroBot dopo la
procedura di taglio. Utilizzare al limite
la tela smeriglio per correggere eventuali
imperfezioni dell'operazione di taglio sui
lati del circuito. Arrivati a questo punto
è la volta di affrontare la foratura delle
piazzole e dei tre fori per la montatura
di sostegno. In fig. 14 vediamo l'occorrente
di base per eseguire la foratura.
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Fig.
14
In fig. 14 invece vediamo
l'occorrente minimo per eseguire la foratura
manuale delle nostre piazzole. Un cubetto
di legno, un trapanino elettrico a 12 volt
acquistabile nei negozi di elettronica,
un penellino per rimuovere i residui e cominciamo
con tre punte una da 0.8mm, una da 1mm e l'ultima
da 2.2mm per i tre fori di sostegno. Iniziamo
con la punta da 0.8 mm che utilizzeremo
per tutti I fori delle due schede. A prima vista avendo
a che fare con circuiti così piccoli, sembra
un impresa non facile eseguire le forature.
In
realtà è la punta che ci guiderà nell'operazione
di centraggio del foro. La piazzola ha al
centro una zona circolare vuota priva cioè
di rame. Sarà questa zona vuota che ci permetterà
di capire se la punta è al centro di questa
zona.Tutto quello che bisogna fare è far
strisciare leggermente la punta sulla
piazzola fino a quando non si sente un click.
Il
click sta a indicare che la punta è entrata
nella zona vuota della piazzola e che ora
si può eseguire la foratura. Vedi fig.15
su come impugnare il trapanino e eseguire
la ricerca della zona vuota.
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Fig.
15
Trovato il punto vuoto
della piazzola non ci resta che accendere
il trapanino con il pollice, premere leggermente
fino a completare il foro. Fate attenzione
ai non esagerare con la pressione, per non
correre il rischio di toccare con il mandrino
la piazzola che potrebbe danneggiarsi rendendola
inutilizzabile. Dolcezza dunque. Eseguire
le operazioni descritte per tutti i fori
rimanenti. Aiutarsi con il penellino
o soffiare per rimuovere la polvere residua
dopo la foratura. Eseguiti tutti I fori con
la punta da 0.8 mm eseguiamo I tre fori
del trimmer con una punta da 1-1.2mmm e
con la punta da 2.2 mm allargheremo I tre fori per I distanziali
di sostegno. Dimenticavo... Eseguiamo
anche tutti I fori dei due ponti H con la
sola punta da 0.8mm. Una volta ultimati tutti i fori, puliamo bene I circuiti con il penellino
e utilizziamo della tela smeriglio finissima
per rimuovere in superficie eventuali bugnette
dovute all' operazione di foratura. Ora.....Prendiamo
un batuffolo di cotone imbevuto di acetone
(quello che usano le donne per togliere
lo smalto dalle unghie) e togliere il residuo
del fotosensibile dai due circuiti. Vedi
fig. 16
|
Fig.
16
Ecco come appaiono I
due circuiti finiti. Il lavaggio con l'acetone
mette in evidenza il colore vivo del rame.
Ora
non ci resta che posizionare e saldare I
componenti ma questo, lo vedremo in un'altra
sezione del sito. Spero con queste mie di
essere stato utile per la realizzazione del
vostro primo circuito su vetronite
fotosensibile.
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